venerdì 15 luglio 2016

Tornare in Mozambico (Stefano)

Una barchetta di carta, questo è stato il dono semplice e prezioso della Missione di Metoro dello scorso anno. 
E’ trascorso un anno quella barchetta è un po’ sgualcita ma felice. Alcuni sogni si sono avverati: trenta ragazzine hanno l’opportunità di andare a scuola, l’asilo Girassol ha incrementato il numero di bambini, nel centro diurno Hakumana di Maputo l’attività artigianale delle donne prosegue. 
 La barchetta ha navigato un anno intero anche nelle acque difficili e tumultuose italiane. Tra i progetti di MensAmica, il doposcuola e il lavoro accessorio abbiamo speso molte energie. Più passa il tempo e più mi rendo conto che il nostro impegno è navigare nelle nostre acque, creare momenti d’incontro tra le persone, far conoscere nuove culture, sensibilizzare i bambini
Queste azioni non economiche sono molto importanti per incidere in una società come quella attuale dove paura e odio vanno a braccetto. Conoscere l’altro è il primo passo per iniziare una relazione ed questo difficile compito che dovremmo tentare di fare. Come è possibile tornare in Mozambico tutti gli anni? Non è sempre uguale? Tornare in Mozambico tutti gli anni si risponde ad un richiamo forte delle persone che conosciamo è scoprire che i legami restano immutati mentre attorno tutto cambia. Il cambiamento è molto rapido e questo porta le persone a perdere i punti di riferimento tradizionali. Ecco il mio viaggio in Mozambico è sempre una scoperta ed una novità. E poi c’ è la parte più importante del viaggio che è quella di vedere e rendicontare i nostri progetti e sognarne altri. 
Quest’anno insieme a me c’è Sara socia e membro del direttivo di Sole. A lei auguro di vedere con occhi limpidi e puliti dal nostro giudizio le persone. Solo così potremmo fare un’esperienza positiva e al nostro ritorno essere pronti ad un nuovo anno di impegno.
Auguro a tutti una serena estate.
Stefano

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