venerdì 22 luglio 2016

Diario di Sara
Giovedi 21 luglio, GIORNO 6.Giorno per giorno conosco sempre di piu questa realtà. Sono le storie di ciascuno, cui veniamo a conoscenza, che mi permettono di ricostruire il puzzle. José aveva urgente bisogno di una trasfusione; all'ospedale, però, gli infermieri e i medici corrotti hanno chiesto a suo padre 2000 meticais, una cifra altissima per una famiglia. Suo padre allora é tornato a casa, percorrendo una quarantina di kilometri a piedi ma, quando è arrivato all'ospedale, José era morto. 2000 mts sono all'incirca 20 euro. 
La vita di un bambino vale due apericene. Non si può accettare questo, e ancora più frustrante  è la consapevolezza che non possiamo salvare tutti, che le nostre forze sono limitate e molte di esse le spendiamo per far sopravvivere noi stessi eppure, nonostante siamo soltanto una goccia nell'oceano, siamo qui, a conoscere un popolo e ad agire anche solo per far sorridere un bambino. I bambini dell'asilo mi guardano con i loro occhioni grandi e, anche se non riusciamo a comunicare, ci sorridiamo con complicità. Forse oggi qualche bambino in più avrà il cuore più caldo. Poco tempo fa il maestro della scuola primaria, situata a fianco dell'asilo, arrabbiato con gli studenti, gli ha imposto di ripetere in coro "Io sono un asino". Emercido si è rifiutato, aveva frequentato l'asilo Girassol. Uno fra tanti è poco, ma è  una persona in meno nella morsa della sottomissione alla tirannia del governo mozambicano. Forse, allora, a qualcosa serviamo.

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